Edificio con decorazioni a Graffito degli inizi del ‘900

Alcuni esempi di analisi dei danni

 

Il graffito è una tecnica artistica particolarmente affascinante, è  utilizzata in varie epoche storiche come forma variante della tecnica a fresco.

Il graffito di cui voglio parlare, il più diffuso e problematico sotto il profilo della conservazione è quello tra la fine dell’800 ed i primi trent’anni del ‘900.

I principali danni rilevati, prima del restauro, erano i seguenti

  • Deposito superficiale incoerente
  • Disgregazione materiale
  • Distacchi profondi
  • Sollevamenti
  • Perdita degli strati superficiali

 

Nell’immagine sottostante è interessante analizzare come il sollevamento e distacco degli strati profondi dell’intonaco che costituisce il graffito, fosse stato indotto dalla presenza al di sotto della strato di base del graffito di un trave ligneo della struttura del solaio. Il legno ha un movimento continuo nel tempo, al variare delle condizioni microclimatiche varia la sua dimensione così da produrre dei distacchi degli intonaci che vi sono stati stesi al di sopra senza un opportuna camera d’aria.

 

 

 

 

Analizziamo il danno dell’immagine sottostante, un danno molto grave, si tratta di una decoesione disgregazione materiale dovuta in parte all’esposizione agli agenti atmosferici ed in parte  alla progressiva perdita nel tempo della percentuale di legante minerale (idrossido di calcio) nell’intonaco. All’interno dei distacchi della superficie del graffito si sono poi insediati insetti di vario tipo, peggiorando la situazione del distacco e della perdita degli strati  superficiali

 

In questa Immagine possiamo vedere una disgregazione materiale degli strati di supporto al graffito che hanno poi indotto il distacco e la caduta degli strati superficiali di finitura.

La particolare disgregazione di questo graffito a fondo scuro è dettata da una particolarità compositiva.

Evidentemente, al fine di ottenere un colore molto scuro per il fondo, è stato aggiunto dell’ossido di ferro, nel composto  del graffito. Tale aggiunta, che non è altro che un indizio dell’evoluzione tecnologica di inizio ‘900, ha però alterato gli equilibri della tecnica a fresco. L’ossido è un pigmento instabile, non soggetto a carbonatazione. Così il fondo scuro  di queste porzioni di graffito ha indotto il degrado materiale ed il conseguente distacco degli strati superficiali. In seguito a questa analisi, il trattamento consolidante per queste porzioni di graffito è stato adeguato a questa peculiarità materiale.

Test e immagini SilviaConti©RestauroConservativo