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Colore

Colore

Tutti sappiamo cos’è il colore, riempie la vita di ognuno di noi, ogni giorno, tutto quanto ci attornia ha un colore; il cielo, il paesaggio, la nostra auto, le scarpe che indossiamo ed anche la nostra pelle, i nostri occhi e i nostri capelli. Potremmo ben dire che il colore è parte di noi.

Da un punto di vista fisico il colore è la capacità di una data  materia di rifrangere la luce o meglio il colore è ciò che il nostro cervello recepisce sotto forma di  radiazioni elettromagnetiche o frequenze di ciò che emana quella data materia in presenza di luce.

Se proviamo a pensare al significato profondo della percezione cromatica ci rendiamo conto di quanto il colore,  così amichevole e familiare ad ognuno di noi, nasconda un tema  vasto e complesso, direi ciclopico e come se non bastasse, in continua evoluzione. Basti dire che di colore si occupano la fisica, la chimica, la fisiologia, l’ottica, la psicologia e chissà quante altre scienze. Inoltre è materia della storia dell’arte, della simbologia, della filosofia e di chissà quante altre materie umanistiche.

Ogni patria, ogni religione, ogni congregazione, ogni associazione, ogni squadra sportiva, ogni società per azioni ha i propri colori resi simbolo in loghi, vessilli o bandiere.

I colori che meglio conosco e di cui posso occuparmi in questo mio blog sono quelli materiali, dalle caratteristiche chimico fisiche tangibili e misurabili, peso specifico, granulometria, acidità, basicità, potere colorante, stabilità alla luce, etc.

Sto parlando dei pigmenti

Nel restauro si usano i pigmenti puri, o quantomeno si dovrebbero usare, conoscerne le caratteristiche è fondamentale per la buona riuscita di un intervento di restauro. I pigmenti infatti hanno caratteristiche chimico fisiche peculiari che li rendono più o meno adatti all’utilizzo in una data situazione. Più o meno resistenti  alla calce quale medium o alla luce per esposizione.

             

I pigmenti si suddividono in categorie, classi e sotto classi

Innanzitutto possono essere organici o inorganici, naturali o di sintesi, la gamma è vastissima e in continua evoluzione. Restringerò quindi il campo ai pigmenti utilizzabili nel restauro che, guarda caso, corrispondono alla gamma dei pigmenti utilizzati nella maggior parte delle opere d’arte antiche (dipinti, affreschi ed opere policrome in genere).

I pigmenti della tradizione storica si possono raggruppare nelle seguenti categorie

  1. Pigmenti di terra o di cavatura
  2. Pigmenti minerali
  3. Pigmenti vegetali
  4. Pigmenti animali

Per dare un idea concreta di questa suddivisione farò alcuni esempi che certo non possono esaurire l’intera gamma:

I pigmenti di terra sono i più diffusi e variano dai gialli ocra alle terre d’ombra naturali o bruciate, ai bruni

 

I pigmenti minerali sono per lo più azzurri, alcuni verdi, blu, violetti ma anche il grigio grafite

    

I pigmenti vegetali sono alcuni verdi, alcuni gialli, il nero di vite

   

I pigmenti animali sono i rossi, tipo di cocciniglia o la porpora e il nero avorio

   

Nei prossimi articoli approfondirò il dettaglio alcuni singoli pigmenti

Una nota doverosa per gli ossidi , sono i colori in polvere più diffusi e meno costosi, nascono per l’industria della ceramica. Spesso vengono confusi con i pigmenti di cui sopra ma vanno utilizzati con cognizione di causa nell’arte in genere, mentre nel restauro non vanno utilizzati affatto, per via della loro instabilità, infatti questi colori trovano la loro stabilità solo a seguito di cottura.

Testi SilviaConti©RestauroConservativo

Color

We all know what color is, fills the lives of each of us, every day, everything that surrounds us has a color; the sky, the landscape, our car, the shoes we wear and even our skin, our eyes and our hair. We could say that color is part of us.

From a physical point of view, color is the ability of a given matter to refract light or rather color is what our brain transpires in the form of electromagnetic radiation or frequencies of what emits that given matter in the presence of light.

If we try to think about the deep meaning of color perception, we realize how color, so friendly and familiar to each of us, conceals a broad and complex theme, I would say cyclops and as if it were not enough, constantly evolving. Suffice to say that color is concerned with physics, chemistry, physiology, optics, psychology and many other sciences. It is also a matter of the history of art, of symbolism, of philosophy and of many other humanities.

Every homeland, every religion, every congregation, every association, every sports team, every corporation has their own colors rendered as symbols in logos, banners or flags.

The colors that I know best and which I can deal with in this blog are material materials, tangible and measurable physical chemical characteristics, specific weight, granulometry, acidity, basicity, coloring power, light stability, etc.

I’m talking about pigments

In the restoration pure pigments are used, or at least they should be used, to know the characteristics is essential for the successful restoration work. In fact, pigments have peculiar physical chemical characteristics that make them more or less suitable for use in a given situation. More or less resistant to lime as medium or light for exposure.

The pigments are divided into categories, classes and subclasses

First of all, they can be organic or inorganic, natural or synthesized, the range is vast and constantly evolving. I will then restrain the field to the pigments that can be used in the restoration which, by chance, correspond to the range of pigments used in most antique works (paintings, frescoes and polychrome works in general).

la poetica del muro scrostato

Nell’accezione più normale e consona ai nostri tempi, la vista di un muro scrostato genera una sensazione di incuria e degrado, quasi di pudore di fronte alla manifesta decadenza.

Per i restauratori no. Il muro scrostato è una finestra sulla storia

Un lampo di interesse alla sola vista

Se poi tra gli strati degli intonaci decadenti si dovesse  intravedere qualche malta antica, qualche policromia, ecco che l’interesse si tramuta in gioia infantile mista ad un desiderio irrefrenabile di metterci mano, di tuffarvisi, di scoprire un pezzo in più, per vedere, comprendere e capire.

Da questa deformazione professionale, presumibilmente, sono nati i saggi stratigrafici, che nella percezione scientifica sono finalizzati a sondare la stratificazione storica degli intonaci e  nella percezione antropologica a dare una gioia ai restauratori

Uno degli aspetti più divertenti del mio lavoro

Sulle pareti di un qualsiasi edificio storico, tra gli strati di malte, stucchi e colori, si possono cercare tracce di stili, frammenti di vita. Si può capire quale fosse il colore e quindi il gusto di un dato periodo storico, si possono trovare firme incise secoli or sono.

Si può dedurre la tecnica costruttiva di un edificio.

Si possono comprendere le provenienze dei materiali e la loro modalità d’impiego. Possiamo persino capire con quale frequenza veniva tinteggiato un manufatto e, se siamo fortunati, possiamo trovare un affresco o un decoro … il nostro santo graal!

Testi e immagini Dott.ssaSilviaConti©Restauro Conservativo 

In the most normal sense of our times, the sight of a scruffy wall causes a feeling of incurability and degradation, almost modest for that manifest decay.

Not for restorers. The riddled wall is a window on history

A flash of interest at the sight alone

If some of the plasteres were to glimpse some ancient mortar, some polychromes shift interest into mixed childhood joys to an irrepressible desire, to find out more, to understand, to understand.

From this professional deformation, presumably, the stratigraphic essays were born, which in the scientific perception are intended to probe the historical stratification of the plaster and anthropological perception to give joy to the restorers

One of the funniest things about my work

On the walls of any historic building, among the layers of mortar, you can look for traces of styles, fragments of life. You can understand what the color of a given historical period is, you can find signs engraved centuries before. One can deduce the construction technique of a building.

You can understand the origin of materials and how they are used. If we are lucky we can find a fresco or a decoration, that is our holy grail!

analisi dei pigmenti

dettaglio di pennellata – brushstrokes detail

I like to see distant landscapes lost in the tiny details of a work of art

analisi dei pigmenti

Dettaglio di un dipinto a fresco di area Lombarda della prima metà dell’800

Il supporto è un intonaco di calce idrata e sabbia di fiume, la superficie dell’intonaco non è perfettamente liscia, volutamente, come per intensificare il potenziale espressivo del colore steso su di una materia ruvida.

La tecnica è pittorica, a fresco

Le pennellate rossastre di terra di Siena bruciata  sono il disegno, le prime tracce lasciate dal pittore sull’intonaco fresco, poi vi sono ampie stesure di colore bianco di calce velate di nero, molto diluito. Al centro una bellissima pennellata di azzurrite, non perfettamente a fresco, probabilmente aggiunta alla fine, quasi a secco.

Mi piace leggere la tessitura intrinseca alla materia, mi piace vedere paesaggi lontani perduti nei minuscoli dettagli di un opera d’arte

Testi e immagini

SilviaConti RestauroConservativo


Detail of a fresco painting of Lombard area in the first half of the 19th century

The support is a plaster of hydrated lime and river sand, the surface of the plaster is not perfectly smooth, deliberately, as to intensify the expressive potential of the color stretched over a rough matter.

The technique is fresco

The brushstrokes of brunt Siena are the design, the first traces left by the painter on the fresh plaster, then there are ample blankets of white lime veined in black. In the center a beautiful brush of blue,  probably added in the end.

I like to read intrinsic weave texture, I like to see distant landscapes lost in the tiny details of a work of art

il restauro è il modo per apprezzare i particolari più belli

Dettagli – Painting

il restauro è il modo per apprezzare i particolari più belli

Il fascino del dettaglio. Dettagli esecutivi, immersi anzi dispersi nelle grandi opere. Lavorare su ponteggi che consentono di avvicinare superfici, normalmente destinate ad essere osservate da lontano, permette di vedere le opere d’arte da un altra prospettiva. Lassù è disseminato di tracce e indizi lasciate da chi vi ha operato.

Nell’immagine si può osservare un piede, parte di un grande dipinto realizzato attorno alla metà del ‘500.

Questo dettaglio pittorico, svincolato dal resto della narrazione e dalle regole anatomiche,  non rende giustizia alla perizia dell’artista ma non può non strappare un sorriso a chi lo osserva.

Realizzato di getto, di fretta, quasi disegnato, forse dal maestro, forse da qualche aiutante di bottega. Messo li dove più o meno ci andrebbe un piede di una sibilla austera e dal profilo classico.

Pare una pagnotta. Eppure ci racconta molto, ci apre la porta della  quotidianità di una bottega di pittori rinascimentali. La fretta di finire, una dimenticanza malamente colmata, la superficialità indotta dalla certezza che nessuno avrebbe mai potuto vedere certi dettagli e perché no la voglia di scherzare, di lasciare un impronta, una firma.

il restauro è il modo per apprezzare i particolari più belli

 

il restauro è il modo per apprezzare i particolari più belli

 

 

 

Considero un privilegio poter osservare da vicino opere nate per essere colte da molto lontano. Lassù se  si presta attenzione, si può percepire il sapore quotidiano dell’antico del mestiere dell’arte.

Immagini e testi Silvia Conti ©RestauroConservativo

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