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Otto marzo e restauro

Ho pensato alla correlazione tra festa della donna e il lavoro del restauro. Oddio, non vorrei essere retorica! Chissà, forse ne possiamo parlare? Non saprei, vediamo se funziona; 8 marzo, festa delle donne, le donne e il restauro, cerchiamo di non essere pedanti però

Provo a pensare ad una festa delle restauratrici, poiché se il restauro non è propriamente “donna” e neppure troppo femminile, è costellato e caratterizzato dalle donne. Il restauro ha in sé una contraddizione che  esercita un grande  fascino. È un lavoro faticoso, sporco e polveroso, a volte rischioso eppure ha un’altissima rappresentanza femminile.

Si perché il restauro non potrebbe essere ciò che è, senza la pazienza delle restauratrici senza quelle interminabili ore, spese come fossero minuti, attorno a quei dettagli minimi.

Senza quelle operazioni attente, tediose e ripetitive, che nei cantieri sono sempre riservate alla donne!

Senza le chiacchiere e le pause caffè tra  pennelli, spatole, secchi, barattoli e qualche immancabile ragnatela

Senza l’affinità che ci lega all’opera che stiamo restaurando come se fosse qualcuno di amato e non qualcosa.  Che ci spinge a capirne di più, a sondare la storia a leggere le tracce, a parlare all’opera. Sentimento che culmina nella proverbiale e ridicola a fatica nell’abbandono del  lavoro ultimato, come fosse un amico, come fosse un amore

Ecco la storia del restauro e le donne è una storia d’amore! Molto semplice. Tutto qui!

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SilviaContiRestauroConservativo

Dello strappo

Questo articolo per parlare di ciò che non vorrei trattare e neppure vedere, gli strappi di affresco.

Eppure la materia ha suscitato negli anni, e continua a suscitare, uno smodato interesse. Capita infatti di incontrare  interlocutori che non sanno esattamente nulla di arte o di affreschi ma l’unica vaga percezione che hanno in materia d’arte è che gli affreschi si possono strappare, in qualche misura sanno cos’è uno “strappo” e vorrebbero saperne di più. E ti chiedono come si fa!

In molti anni di professione del restauro è forse la domanda più frequente che mi è stata rivolta, dalle persone più diverse con la formazione culturale più disparata.

Mi sono trovata spesso a chiedermi perché, perché in una materia dove nessuno vuole approfondire nulla vi sia questo spiraglio di esigenza, bisogno, richiesta incessante di nozioni tecniche. Che meraviglia potremmo dire! Finalmente un aspetto del lavoro del restauratore che suscita interesse culturale

E invece  spaventa, vi è qualcosa di diverso, pruriginoso, di vagamente perverso. Credo sia connesso al possesso di qualcosa di irraggiungibile, qualcosa di simile al concetto di trofeo

Eppure basterebbe guardare con attenzione uno strappo d’affresco per comprendere che tale tecnica si dovrebbe dimenticare. Premesso che spesso la tecnica dello strappo è stata utilizzata come ultima ratio al fine di preservare dei dipinti che altrimenti sarebbero scomparsi così come l’immobile sul quale si trovavano.

Ciò detto la principale problematica legata agli strappi di affresco è connessa al loro mutato contesto. Nati per essere parte integrante di una parete interna o esterna di un palazzo nobiliare o di una chiesa, ne narravano i dettami stilistico e simbolici. Per cui un affresco di un palazzo nobile avrà avuto riferimenti simbolici al casato, alle proprietà oppure alle gesta dei proprietari. Così su di una chiesa si sarà narrato del santo protettore o della confraternita a cui apparteneva l’edificio  stesso. Le stesse decorazioni aniconiche avranno avuto in se il gusto ed il pensiero di quel luogo di quel tempo e di quelle genti.

I casi in cui l’affresco strappato è ricollocato in loco, non ha subito quindi decontestualizzazione, ne risulta comunque spesso impoverito

I nostri musei sono ricolmi di strappi di affreschi che hanno perduto il loro contesto e la loro storia e dei quali possiamo leggere etichette del tipo. “.. si presume provenga dall’antica Chiesa di .. oggi distrutta” Testimonianze ormai mute di una storia narrata. Racconti mozzati in lingue sconosciute, troppi elementi mancanti per poter comprendere con precisione il significato.

E li possiamo vedere quegli strappi che, per bene siano stati eseguiti, suscitano sempre la medesima sensazione che si prova osservando degli animali impagliati al museo di scienze naturali. Un manufatto un tempo vivo che oggi manifesta la sua mortifera sussistenza.

Si perché gli affreschi vivono sui muri assorbono la luce, restituiscono forme e colori si illuminano al sole e si rabbuiano di notte. Respirano calce e aria, dalla loro superficie millimetrica traspare una profondità ancor più ampia di quella della muratura su cui insistono, vivono, invecchiano e degradano. Comunque vivono molto più di noi e sono li per raccontarci storie antiche, basta ascoltarli. Strapparli è come ammutolirli e metterli in formalina .

Noi restauratori  proviamo a farli vivere più a lungo ma nel rispetto della loro essenza.

 

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SilviaContiRestauroConservativo

Voce del verbo elencare

Madamina il catalogo è questo! …

Ragazzi siamo stati elencati!

Che effetto fa?

Pensavo diverso

Per i non addetti ai lavori: il Ministero ha fornito l’elenco dei restauratori dei beni culturali ai sensi dell’articolo 182 del D.lgs 42 del 22 gennaio 2004, così, dopo un ventennio di tragicommedia finalmente si sa chi è abilitato alla professione!

Clicca qui per accedere all’elenco dei Restauratori italiani

Io elenco, tu elenchi, noi elenchiamo, voi elencate, essi elencano, se fossimo elencati, se ci inserissero nell’elenco saremmo elencati, noi elencammo, loro elencarono … siamo stati elencati! (così, giusto per mostrare che i restauratori conoscono i congiuntivi)

Mi ha dato una strana sensazione, chissà forse perché l’effetto sorpresa era stato già vissuto con la prima comunicazione del 22 ottobre, comunque mi sono chiesta perché  e per cosa attendere tanti anni!

Una fredda tabella con nomi propri che, non avendo il benché minimo riferimento a spazio, tempo, stato, luogo o codice fiscale, potrebbe riguardare chiunque. Che ne so, l’elenco degli iscritti al corso di canottaggio, ecco forse quello!

Indubbiamente dobbiamo ammettere che un passo avanti, in direzione dell’evoluzione digitale, è stato fatto, siamo in ordine alfabetico!

Eppure dietro a quella fredda e noiosa  lista vi è un mondo di trepidanti emozioni, di attese, speranze, aspettative, scelte di vita, rinunce, gioie e dolori

Chi aveva titoli per entrarci dieci volte e chi si attaccava agli specchi per entrarci per il rotto della cuffia

Comunque sia, eccoci qua, ci siamo quasi tutti, si perché dopo anni di sceneggiate esclusioni, richieste di contro deduzioni, alla fine i numeri tornano e sono quasi sovrapponibili al numero di domande pervenute al ministero

Che strana cosa ci troviamo ad essere degli infanti, dei neofiti della professione, anche se la maggior parte di noi si trova ben oltre la metà della propria carriera professionale, pronti a varcare le soglie di un nuovo modo di svolgere la professione. Tutta lucente e cosparsa di nuvolette dorate

A volte temo sia un sogno

Infatti non è finita qui, pensavate fosse tutto a posto? … He no!  alle porte già si profilano nuove sceneggiate. Quelle dei prossimi ingressi nell’elenco, all’orizzonte una sanatoria, e ci troviamo tutti pronti ad affrontarla con i soliti e improbabili schieramenti. Tutti contro tutti. Ecco così mi ci ritrovo, ora vi riconosco!

Benvenuti, cari colleghi , di nuovo davanti a noi la nostra cara, vecchia realtà!

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SilviaContiRestauroConservativo

P.S. le immagini sono quelle di un vecchio articolo  di questo blog “albo dei restauratori , una questione culturale”, poiché si tratta della prosecuzione del medesimo discorso

 

 

Avviso ai naviganti

Avviso ai naviganti restauratori

Gentili colleghi,  allego di seguito l’avviso per la presentazione della manifestazione d’interesse per i lavori di restauro della torre civica di Lovere

AVVISO DI INTERESSE

… scade il 29.01.2019!!!

Chiunque volesse essere invitato alla gara d’appalto dovrà manifestare il proprio interesse alla stazione appaltante “Comune di Lovere, provincia di Bergamo” solo ed esclusivamente attraverso la Piattaforma SINTEL della Regione Lombardia al seguente link

Procedura cig  7762244662

…Mi auguro di cuore e che vinca chi ama l’arte e vive di restauro

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SilviaContiRestauroConservativo

 

È il 2019, ragazzi!

Accidenti il nuovo anno!

Tutto nuovo e lucente,

Risplende dei nostri sogni e delle nostre aspettative 

Perché l’anno nuovo non è altro che un segmento di tempo definito, del quale ancora non abbiamo vissuto un solo secondo, un’incognita che da adito alla speranza

E ci apprestiamo trepidanti come fosse un paio di scarpe nuove, cerchiamo di non infangarle sin da subito A piccoli goffi  tentativi ci addentriamo e proviamo ad essere migliori dell’anno precedente, con voce sottile chiediamo qualcosa di più rispetto all’anno precedente

E guardiamo gli oroscopi, soprattutto se son belli, se fan schifo abbiamo la fortuna di scordarli presto

Tutti abbiamo bisogno di un sogno sia che siamo esseri  perdenti che vincenti, sia che siamo umili che tracotanti. La via è fatta di piccole tappe di minuscole conquiste e nell’istante stesso nel quale  le agguantiamo già ce ne scordiamo, le archiviamo, le diamo per scontate e sentiamo la necessità di una nuova tappa di una nuova vetta di un nuovo sogno.

Onnivori divoratori di esperienze vitali!

Vieni avanti 2019. Ti consumeremo sino all’ultimo giorno, ti vivremo e anche se sarai crudele, probabilmente  ti sopravvivremo!

E, per non tradire la mia essenza di restauratrice … che possa questo nuovo anno portare una  più grande sensibilità per la conservazione del patrimonio culturale

Tanti Auguri di un felice 2019

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SilviaContiRestauroConservativo

 

Il Natale dei restauratori

Tanti Auguri di Buone Feste

 

Normalmente inizia così! Una frase che già nasconde il profumo di case in festa, luci, panettone e pranzi infiniti

Ma cos’è il Natale, a parte i significati religiosi, dal punto di vista antropologico non è che una reazione chimica, molto delicata e dal precario equilibrio, basta un nulla, una piccola variazione, una folata di vento, un variabile di troppo per rovinare tutto

Il Natale per i restauratori e per chi lavora nell’ambito dei Beni Culturali può nascondere mille e più risvolti imprevedibili

  Tanto per cominciare Natale è la data deputata per la consegna di qualsivoglia lavoro, non importa se lo hai cominciato a novembre. Consegna entro Natale, prima delle feste, prima della fine anno. Entro e non oltre Natale!

Come dei forsennati, ogni anno, ci si trova a terminare lavori e progetti entro Natale, per poi consegnarli oppure inviarli agli uffici competenti: comuni, regioni, soprintendenze, curie, parrocchie prima di Natale così da far felice la committenza ed onorare il contratto, pur sapendo che del tuo progetto, del tuo lavoro, nessuno avrà tempo di  accorgersi fino almeno alla metà di gennaio.

 Poi ci sono i bandi di gara pubblicati il 22 dicembre con scadenza il 7 gennaio. Il responsabile del procedimento è finalmente tranquillo, ha fatto il suo dovere, il sindaco ne sarà certamente felice, ma chiunque vorrà partecipare a quel bando avrà un netto di tempo di qualche ora per adempiere alle procedure e partecipare … praticamente una rocambolesca corsa contro il tempo.

 Infine ci sono i cantieri …  ti stavi aggirando per il cantiere con la maglietta leggera e pensavi: “vabbè ho tempo sino a Natale” e poi ti volti, addosso hai una stratificazione di abiti, pari a tutto il catalogo Quechua di Decathlon, il sagrestano sta addobbano le lesene che stai restaurando e Natale è alle porte. Un tuffo al cuore una fitta al pensiero, un irrefrenabile desiderio di fuga e la cruda realtà davanti a te … Oddio non ce la farò!!! Tranquillo ce la farai, ma quando tornerai a casa trascinandoti sui gomiti, ti aspetteranno tutti i festanti preparativi per il Natale.  Tanti Auguri … di buona sopravvivenza, collega!

Perché il concetto di Natale nasconde il pensiero recondito ma molto radicato nell’animo umano di “fine”, eppure  Natale è nascita e nuova vita. Forse per predisporsi al nuovo, nuova vita, nuova luce, nuovo anno si vuole finire tutto il pregresso. Ok ma noi siamo dediti alla conservazione pensiamo al nuovo, ma conserviamo il vecchio e qualche volta conserveremmo anche il vecchio anno … abbiate pietà di noi!

E non  vi è questione religiosa che tenga, che tu sia di religione ortodossa, cristiana, ebraica, induista, mussulmana, buddista, oppure ateo o agnostico, se vivi in Italia, la frenesia del Natale ti coinvolgerà  inesorabilmente

Tanti Auguri a tutti voi … resistiamo!

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SilviaContiRestauroConservativo

Sogno di una notte di mezzo inverno

Questo è un racconto, il racconto di un sogno

già anche i restauratori sognano … Beh, lasciateci fare almeno quello!

L’esperta restauratrice incedeva con fare sicuro, a passi svelti varcò la soglia del maestoso palazzo e si perse in un dedalo di corridoi affrescati le cui grandi vetrate si aprivano sui giardini interni che non aveva tempo di fermarsi ad apprezzare. Giunse alla sala riunioni 24, ad attenderla dietro all’elegante porta in mogano, un grande numero di colleghi, architetti, funzionari ministeriali ed economisti. Fece giusto in tempo ad entrare che …
“Prego signori prendete posto”, la voce del presidente di commissione si diffuse nel grande salone affrescato. Il brusio ed il rumore di sedie trascinate andò scemando
Bene, disse il presidente “Ho riunito urgentemente questa commissione poiché ci si pone nuovamente il problema di trovare ditte di restauro che possano far fronte alla valanga di finanziamenti che ci sono stati assegnati a seguito dei nostri progetti“. Un mormorio si diffuse in sala. “Ma come” disse qualcuno, “di nuovo”, disse un altro. “Avete fatto scorrere l’elenco dei Restauratori?” disse una voce. “certamente” Rispose il presidente, “ad oggi tutti i restauratori abilitati risultano essere oberati di lavoro, tutti loro hanno almeno trenta dipendenti e faticano a trovare altra manodopera. Le nuove leve sfornate dalle accademie e dalle università vengono impiegate non appena diplomate, bisogna attendere che finiscano i corsi ” Di nuovo il brusio. “È una questione strutturale, dobbiamo trovare una soluzione. I restauratori Italiani ad oggi non bastano. Bisogna intensificare la formazione e pubblicizzare la professione”

La restauratrice assorta dinnanzi al suo blocco degli appunti pensava, ma da quand’è che siamo in questa situazione? Non se lo ricordava, eppure le pareva che un tempo non fosse stato così. “Ora ricordo, è stato quell’anno, quello del governo del pentimento. Quel governo tecnico che decise di destinare gli stessi finanziamenti dello sport nazionale alla salvaguardia del patrimonio pubblico e privato.” Quell’anno cambiò il volto della nostra nazione, il nostro ruolo nel mondo e la vita dei restauratori ! Ma che anno era, fammici pensare”…..

 Trillin, trillin …. yaaawn, dov’è il telefono? Con una mano raggiunse il cellulare e lo tastò, anzi lo pestò con gesti inconsulti sino ad interrompere il suono infernale della sveglia.

Davanti agli occhi le comparve la sedia ricolma di abiti, dalla finestra la luce del lampione; “è buio pesto e già mi devo alzare!” pensò ricadendo pesantemente sul piumino. In un secondo realizzò tutto quello che avrebbe dovuto fare in giornata e tutto quello che non era riuscita a concludere nelle giornate precedenti, un senso di sconforto la pervase. Una sola concretezza in quel buio risveglio; Un cantiere freddo, umido e polveroso l’attendeva … e, improbabile a credersi, ma questa prospettiva già la faceva sentire meglio.
Si alzo in un balzo si lavò velocemente e si vestì anche più in fretta stratificando i mille indumenti da cantiere, accarezzando il gatto e bevendo il caffè. Diede da mangiare ai suoi fidi e sonnacchiosi animali cercando di non svegliare il resto della famiglia e mentre afferrava le chiavi dell’auto, la spazzatura, i guanti e la borsa da cantiere pensò al sogno della notte … e una irrefrenabile risata risuonò nell’androne delle scale di una qualsiasi casa di una qualsiasi restauratrice in una qualsiasi mattinata invernale

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SilviaConti RestauroConservativo

Il dilemma della transitorietà

In questo articolo vorrei approfondire il tema del restauro, ovvero della conservazione di quegli apparati effimeri nati per essere temporanei.

Accade spesso nel campo del restauro di trovarsi a conservare ciò che  era nato con la vocazione istantanea della transitorietà

Eppure noi restauratori e con noi i conservatori, non possiamo resistere. Contro ogni rigore ideologico andiamo i direzione opposta ai dettami dell’arte, contro la volontà dell’artista, a volte contro le leggi della fisica e ci intestardiamo a conservare tutto, ma proprio tutto

I casi sono molti; Stendardi processionali, scenografie, apparati effimeri per celebrazioni religiose o civili, opere d’arte contemporanea nate per essere transitorie o dichiaratamente distrutte, pensiamo ad esempio alla “eat Art”… Arte da inghiottire? Non ve la lasceremo mangiare ma correremo come pazzi per metterla sottovuoto o in chissà quale liquido mortifero e antibatterico . Per non parlare delle opere cartacee; piccole  pubblicazioni, libelli, appunti tutto rigorosamente da conservare!

Da un punto di vista ideologico, in questi casi specifici, l’atto del restauro è in dichiarata antitesi con l’essenza dell’opera ma è del tutto funzionale al tramandare il pensiero di un’epoca nel tempo

Spesso l’analisi ravvicinata di un opera stessa consente di intravedere la sua intrinseca prospettiva di vita e, se è del tutto chiara l’intenzione di un affresco, di un dipinto su tavola o di una scultura di voler durare il più possibile nel tempo. Questo è meno palese in opere effimere come gli apparati decorativi su carta i grandi dipinti a tempera ed altre svariate opere.

Eppure in quelle opere transitorie vi è l’essenza della vita quotidiana, del pensiero comune, vi è il respiro di un epoca. Vi sono gli affanni per i problemi economici, le banalità quotidiane ed i sogni.

Pensiamo a quello che ci comunicano le scritte vandaliche accuratamente conservate a Pompei, ci hanno consentito di comprendere lo spirito della vita di quel periodo, molto più efficacemente di quanto avrebbe potuto fare una grande e fiera scultura equestre

Quindi non c’è nulla da fare, nessuna teoria e nessun pensiero artistico o filosofico ci convincerà mai a lasciare che queste fragili opere possano durare un giorno in meno di quanto potremmo garantire con il nostro lavoro

Questo articolo mi è stato ispirato da un intervento che sto attuando in questo momento, un soffitto in carta dipinta su supporto in tela dell’Accademia di Belle Arti Tadini, al quale presto dedicherò un articolo

 

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SilviaContiRestauroConservativo

 

La forza della pazienza

Eccoci qua

secondo una nota del vecchio ministero dal nome nuovo, e dalla nuova informale forma comunicativa, in data odierna dovremmo avere le prime frammentarie notizie in merito all’elenco dei Restauratori di Beni Culturali

Heep heep Urrah!

Vabbè, stiamo a vedere!

A chi interessa la questione? Apparentemente a pochi  sparuti

I primi interessati siamo noi restauratori, esseri anomali, galleggianti nella sfera dell’indefinito dalla notte dei tempi, da quando esiste un bene culturale e l’interesse a conservarlo. In fondo vorremmo solo sapere se ci fosse dato di essere carne o pesce. Se ci fosse dato svolgere le mansioni, che peraltro svolgiamo da sempre, nell’agognata condizione di chi sa di essere al proprio posto. 

È così banale il desiderio che mi sento puerile nello scrivere

Eppure qualche altro interesse emerge all’orizzonte … le gare d’appalto pubbliche inseriscono con più frequenza l’esplicita richiesta della una figura professionale del restauratore e allora diviene interesse delle aziende  del settore edile, sapere chi sono questi soggetti, avere un elenco e potervi attingere

 Un altro interesse è legato a quelle schiere di giovani aspiranti restauratori formati e sfornati a ritmo continuo da miriadi di scuole di restauro su tutto il territorio nazionale. Per il momento popolano i call-center, sfornano pizze e servono  caffè, ma che  renderanno evidente una contraddizione eclatante. Unico modo per nascondere la contraddizione di formare tecnici per lavori inesistenti e problematici è dargli lavoro, magari  proprio quello per cui sono stati spennati senza ritegno sino ad oggi!

Infine una rinnovata sensibilità per l’ambiente e l’opera dell’uomo che, sotto il profilo del pensiero culturale, sta facendo capolino all’orizzonte

Poche motivazioni, ma con trend in aumento

In realtà ci si crede poco e come potremmo mai

Eppure abbiamo dei dati che depongono a nostro favore, la consuetudine e la costanza di setacciare superfici immense con bisturi e pennellino è un esercizio di concentrazione  che dona una forza immensa, quella della pazienza!

Così potrebbe accadere che quando anche questo ministro sarà acqua passata, quando il nome del ministero sarà cambiato altre quattro volte noi saremo qui a svolgere il nostro nobile lavoro, con o senza l’elenco… E per sfinimento arriverà pure quello!

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SilviaContiRestauroConservativo

Elementi di portfolio