La pietra arenaria è un materiale diffuso e frequentemente utilizzato per ornare i palazzi e le vie di molte città.  È una pietra tendenzialmente morbida e facile da lavorare ma proprio per queste caratteristiche non particolarmente resistente.

L’arenaria è un tipo litico della classe dei sedimentari clastici. Più semplicemente si tratta di una roccia formatasi dalla sedimentazione della sabbia . Sabbia trasportata dallo scioglimento dei ghiacciai oppure marina che se ne sta depositata in un luogo di raccolta  per ere geologiche. Durante questo tempo lunghissimo viene generato, oppure si infiltra tra i granuli,  un elemento che funge da legante, che può essere carbonato di calcio, calcite  oppure silice. L’elemento legante salda i granelli di sabbia  e genera la pietra arenaria.

Danni frequenti

      

La pietra arenaria è soggetta a disgregazione materiale, spesso di tipo polverulento, soprattutto se esposta agli agenti atmosferici. Inoltre, per via della porosità è frequentemente interessata dall’insediamento di colonie batteriche o fungine. Un danno caratteristico è  l’esfoliazione, ovvero un tipo di disgregazione materiale che induce la perdita dell’elemento legante e quindi la perdita degli strati superficiali per fogli dello stesso andamento della scultura.

Conservazione

Le modalità di conservazione della pietra arenaria sono variabili e vanno valutate a seconda del caso specifico partendo da ciò che si riconosce essere la causa di degrado. Ciò  detto si possono individuare delle linee fondamentali costituite da pochi semplici punti

  • Pulitura della superficie e trattamento biocida per la rimozione delle colonie batteriche
  • Desalinizzazione della pietra
  • Consolidamento per imbibizione con acqua di calce o silicato di etile
  • Stuccatura di tutte quelle lesioni che costituiscano fonte di infiltrazione di acque meteoriche

Oltre a tutto quanto richieda il caso specifico

Testi e immagini ©Silvia Conti Restauro Conservativo